Castelli a Scuola
student* genitor*lavorator* delle scuole dei Castelli Romani
29 gennaio: studenti in corteo a Roma. Insieme a loro, i lavoratori in sciopero
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A Piramide, il colpo d’occhio iniziale poco prima delle 10.00 non è dei migliori. Gli studenti e le studentesse delle scuole superiori, insieme ad alcuni universitari, non sono molti. Col passare del tempo però il presidio diventa corposo. Arrivano a gruppi, da decine di scuole della Capitale e dei Castelli Romani. Ci sono molti fotografi e guardie per tutti i gusti ma anche alcune decine di lavoratori e lavoratrici che oggi hanno deciso di incrociare le braccia partecipando allo sciopero generale indetto dal sindacato Si.Cobas. Al MIUR si trovano già altri lavoratori e il

Coordinamento Cittadino Sanità. Il cielo è plumbeo e ogni tanto un pò di pioggerellina fa presagire il peggio. La testa del corteo viene, giustamente, concessa al liceo “Kant”, che chiude oggi l’occupazione per riversarsi in strada tra gli applausi e la solidarietà di tutti i presenti, visto il violento intervento poliziesco subìto sabato scorso ad opera della polizia. Nonostante tutto, cioè i media, i dirigenti scolastici e altri pseudo-moralisti in pieno delirio da “legge&ordine”  sono riusciti a tenere viva la loro iniziativa, mettendosi in gioco personalmente e collettivamente, aprendo il luogo anche alla discussione con altre realtà di lotta cittadine. In piena pandemia, coi ragazzi e la ragazze chiuse in casa a fare la DAD da quasi un anno, non è poco. Come non è stato poco vedere partecipare tanti e tante studenti dei Castelli che si sono fatti notare con i loro striscioni e i loro slogan sintetizzati in quel “Scuola in confusione, futuro in distruzione” che è portato avanti più che dalla stoffa del loro striscione, dalla loro voglia di riprendersi spazi, tempo e partecipazione diretta su tutto ciò che li riguarda. Del resto, il “mondo degli adulti” non è stato capace di far altro che rinchiuderli in casa, metterli davanti ad uno schermo e additarli ad untori. Neanche fossero tutti “runner”.

A proposito di “runner”. Un gruppetto di una quindicina di fascistelli si ritrova in piazza non si sa per quale motivo, vede rosso, e prova a sbiascicare qualcosa tra i loro coloratissimi e allegri fumogeni neri mentre un balilla con il Moncler e la mascherina della “DECIMA MAS” si fa schifare un pò da tutti, credendosi figo.

A Porta S.Paolo, proprio nel luogo della partenza della manifestazione, nei giorni dell’armistizio del 1943, centinaia di romani combatterono e persero la vita nei primi duri scontri contro gli occupanti nazisti. La provocazione non è passata inosservata e, dopo essere stati bersagliati da cori e insulti, sono stati fronteggiati da diversi studenti che li hanno messi ai margini del corteo già all’altezza delle Poste di via Marmorata.

Il corteo è proseguito tra slogan vecchi, presi in prestito dai migliori momenti di lotta degli anni precedenti, e slogan nuovi sempre diretti e incisivi. Durante il tragitto si uniscono altri gruppi di altre scuole e il colpo d’occhio del corteo a Ponte Sublicio è ottimo e scalda la giornata invernale. A memoria, le iniziative studentesche andavano scemando sempre tra novembre e dicembre. A gennaio compiti e interrogazioni erano un buon argomento per interrompere le proteste. Quest’anno no. Neanche le continue necessità di mettere voti a go-go da parte dei docenti ha frenato la voglia di essere presente di tutti questi ragazzi e ragazze.

Neanche l’allerta gialla meteo, la regione in zona arancione tendente al giallo, la caduta del governo giallo-arancio, le divise blu e il cielo grigio.

Si potrebbe continuare a giocare a color-color all’infinito…

Giunti al palazzo del MIUR, in viale Trastevere, ci si unisce ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola che erano già lì presenti.

Il corteo li ha gioiosamente travolti, salendo sulle scalinate del palazzo dove non si ricorda un ministro che si sia mai reso artefice di qualcosa di buono. Stavolta è il turno della ministra Azzolina, forse agli sgoccioli della sua permanenza. Ma ci si ricorda bene, fin troppo, della Aprea, della Jervolino, della Moratti, della Gelmini, del Mussi, del Ruberti, del Zecchino, del Berlinguer e del Malfatti, solo per citarne alcuni, anche se ci dispiace far torto ad altri che al momento non ci sovvengono…se ci ascoltano, si sentissero comunque coinvolti e non se ne abbiano a male

Gli striscioni coprono strade, scalinata e ringhiere, i cori vengono cantati ancor più forte ed una delegazione viene fatta salire. Quando ritorna, una studentessa che parla già da veterana dice a tutta la piazza che loro con questo incontro non credono di aver risolto nulla e che torneranno ancora, e ancora, sapendo che la lotta è lunga.

Parlano dal microfono anche docenti, AEC, personale ATA, operatori sanitari e gli studenti ascoltano e rilanciano. C’è veramente un bel clima, ma nessuno si illude, sappiamo tutti che per quanto possa andar bene un corteo o un’assemblea, i percorsi di lotta sono lunghi e vanno resi stabili e continuativi nelle situazioni in cui ci si trova.

La notizia dell’occupazione del liceo “Albertelli” viene confermata dopo alcune indecisioni iniziali e viene bene accolta da tutta la piazza quasi come fosse un passaggio di testimone dal “Kant”. E pensare che i giornali dicevano che proprio questi ultimi erano “isolati” dal resto del movimento studentesco romano. Inoltre, a Velletri, gli studenti dei numerosi istituti superiori si sono presentati numerosi sotto al municipio per ribadire gli stessi concetti espressi dai loro coetanei per le strade di Roma.

Non sappiamo quali saranno i prossimi passaggi, se si riuscirà a mantenere o addirittura ad aumentare la mobilitazione, però a marzo l’Ufficio Scolastico Regionale dovrebbe quantificare la formazione delle classi per il prossimo anno scolastico e, se non saremo in grado di intervenire, rischiamo seriamente di ritrovarci nella stessa situazione di quest’anno, dato che le assunzioni e il reperimento degli spazi non sembrano siano per nulla all’ordine del giorno.

Saldare le rivendicazioni degli studenti con quelle di chi lavora non è mai stato facile e non lo sarà neanche stavolta, però per quanto visto oggi, le premesse ci sono tutte.

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