Venerdì 12 febbraio, tra le 20 e le 21, un gruppo di 10-15 persone adulte e coperte da passamontagna ha fatto irruzione al liceo “Mamiani”, che era in stato di occupazione da parte degli studenti già da alcuni giorni.
Il manipolo di squadristi ha aggredito con bastoni e lame i primi studenti che ha trovato e ha proseguito le violenze per circa 10 minuti, tempo necessario ad essere messo in fuga dalla reazione dei liceali.
- I carabinieri espongono le armi e i passamontagna dei fascisti che loro stessi hanno lasciato liberi. Si notano un coltello, alcuni martelli e i passamontagna, tutti poggiati sulla bandiera rubata agli occupanti del Mamiani
- Uno dei bastoni di cui erano armati i fascisti
- Lama legata alla mazza usata per l’aggressione
- Fuori dal Mamiani, il giorno dopo, tanti antifascisti/e solidali
Non è la prima volta che gruppi di fascisti si organizzano a Roma per aggredire chi lotta in ambito scolastico, universitario o negli altri contesti dove il conflitto è necessario al fine di cambiare lo stato di cose presenti.
I carabinieri hanno preso tre di questi fascisti che si stavano dileguando in macchina: è confermato che tutti i “runners” in camicia (firmata) nera hanno un’età superiore al contesto scolastico.
In modo amichevole, presumiamo, con quel garbo a loro sempre riservato, gli hanno restituito i documenti dopo l’identificazione (in caserma? vicino la loro auto?) e li hanno lasciati andare via, come se niente fosse.
Una denuncia a piede libero. Per un atto di bullismo i provvedimenti sarebbero stati ben più severi…
Eppure i carabinieri, per una volta che intervengono in tempo durante un’aggressione fascista, li hanno trovati che fuggivano, armati di bastoni, spranghe, martelli, lame e di una bandiera sottratta al collettivo degli studenti.
Inoltre, nella fuga, i fascisti hanno anche lanciato una bomba carta nel liceo, rischiando di provocare conseguenze ancor più pesanti.
I ragazzi e le ragazze del Mamiani stanno bene fisicamente, ma sicuramente avranno bisogno di sostegno sia per far fronte a questo episodio, sia perchè contro di loro si è scagliata già da giorni la canea mediatica di giornalisti, genitori, docenti e anche altri studenti che, non muovendo un dito e non rischiando nulla per un anno, pretendono che tutto resti immutato e tutti restino ad aspettare le decisioni calate dall’alto.
Una sorta di “aventinismo” a tutto vantaggio di chi i danni veri li ha provocati anche prima del covid e che forse tramite riti pagani da terzo millennio, tipo messaggistica compulsiva sui social, pensa di dare un chissà quale contributo intellettuale all’analisi e alla soluzione della dicotomia DAD / presenza.
Purtroppo, questa sovraesposizione giornalistica di soggetti che voterebbero ancora ben volentieri “la sicurezza, la disciplina” non ha avuto nulla da dire sull’aggressione squadrista. E’ chiaro quindi che i fascisti si sentano ben protetti dal clima da salotto che li circonda e che fa finta che si tratti di “ragazzate” o, addirittura, ne apprezzi sotto sotto l’operato per aver dato impulso alla fine dell’occupazione.
Infatti, gli studenti e le studentesse, la mattina di oggi sabato 13 febbraio, dopo un partecipato presidio antifascista con la presenza di diverse centinaia di persone, tra studenti di altre scuole e non, hanno terminato la loro esperienza di riappropriazione dei “loro” spazi e del “loro” tempo. Anche se ciò era già stato preventivato, leggendo gli articoli usciti sui giornali, rischiano una serie di ritorsioni da parte della parte più reazionaria presente negli organi collegiali.
Ma questo già lo immaginavano in partenza. E la fine dell’occupazione, avvertono, non è la fine delle mobilitazioni.
A maggior ragione è necessario che non siano lasciati soli e sole a far fronte alle lame fasciste e a eventuali provvedimenti disciplinari.
La risposta odierna degli antifascisti che hanno partecipato alla chiamata in solidarietà sotto al “loro” liceo è già qualcosa di importante
Di seguito riportiamo il comunicato degli occupanti, redatto subito dopo l’aggressione di venerdì 12 febbraio
Poche ore fa, durante la nostra occupazione, mentre svolgevamo le attività programmate, un
gruppo di fascisti, a volto coperto e armati di mazze, bastoni e attrezzi taglienti, ha fatto irruzione nel nostro Istituto. Dopo aver lanciato una bomba carta all’interno della scuola, indirizzata ai ragazzi che erano in cortile, hanno aggredito fisicamente due nostri compagni con bastoni ed armi da taglio. Quest’atto è la dimostrazione che la retorica che racconta i luoghi di formazione come antifascisti di per sé, è lontana dalla realtà. Sono invece le iniziative portate avanti dagli studenti e dalle studentesse a rendere la nostra scuola realmente antifascista e condivisibile da tutte e tutti. Di fronte ad un vigliacco attacco fascista che ha messo a rischio la sicurezza dei nostri compagni, chiediamo la solidarietà di tutti gli studenti, di tutte le componenti scolastiche e delle altre scuole.
Invitiamo tutti domani, alle 9:30, ad un presidio davanti alla nostra scuola per ribadire che questi ed altri atti violenti e squadristi non devono esistere e non saranno tollerati! Mostriamoci uniti nel riconoscerci tutti e tutte antifascisti!
Gli occupanti del mamiani
Corrispondenza su Radio Onda Rossa 87.9FM di una studentessa del Mamiani (13 febbraio)